Lavazza, l’alta gastronomia e la sperimentazione
- On 17 Aprile 2014
L’impegno di Lavazza in questo ambito nasce nel 1996, quando comincia la sua collaborazione con Slow Food con cui condivide la passione per i sapori e i saperi della tradizione. Passione che si riconferma successivamente con la partnership con l’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, la prima università interamente dedicata al cibo e alla cultura gastronomica.
La competenza e l’esperienza dell’azienda in materia di caffè vengono riconosciute dall’Università tanto da promuovere il Training Center Lavazza come propria sede distaccata per il master sul caffè.
Ma dobbiamo risalire al 1979, nascita dei Training Center Lavazza, e poi al 1998, con la creazione della prima divisione dedicata alla sperimentazione sul prodotto, per la nascita di un nuovo modo di intendere il caffè, attraverso intuizioni davvero innovative. Nascono così prodotti nuovi destinati ai bar che riscuotono l’immediato successo del pubblico attraverso una varia gamma di offerte chiamate I Piaceri del Caffè che di anno in anno si ampliano con ricette sempre nuove, vere e proprie gourmandises per intenditori e alla portata di tutti.
Sul filone dell’innovazione e della sperimentazione l’attenzione all’alta gastronomia si è sviluppata a partire dalla collaborazione con quello che attualmente è considerato il massimo esponente della cucina internazionale, Ferran Adrià, definito da Le Monde “l’alchimista che rivoluziona l’arte culinaria” e da The New York Times “il creatore della Nuova Nouvelle Cousine”.
La collaborazione, nata nel 2002, dà come primo frutto un sorprendente prodotto, èspesso, il primo caffè solido della storia.
Come un gruppo di alchimisti il team del Training Center di Lavazza e il team el Bulli di Adrià iniziano un lavoro di cesellatura del gusto e della forma. Di qui poi all’inserimento d’ufficio del Coffee Design Lavazza come ramo del Food Design, il passo è breve.
Il materiale e l’immateriale trovano nel contenuto di quella tazzina di espresso un degno compagno di viaggio: liquido, solido, caldo, freddo. Spuma. Gelato. Granita. Uovo. Lente. Il gusto innanzitutto, ma anche olfatto, vista e tatto.
Ecco che dal caffè solido èspesso si arriva al cocktail a base di caffè e di succo di frutto della passione, Passion Me, presentato al Salone del Gusto 2004, e a prodotti divertissement nati per pura passione della sperimentazione, come Coffesphere ovvero uovo di caffè che Lavazza presenta al Salone del Mobile del 2004, o il Caviale di Caffè, entrambi ottenuti con la tecnica della sferificazione, o ancora il Cappuccino d’Alta Quota presentato a Identità Golose nel 2006.
Sempre con la stessa filosofia, nel 2007 vengono messi a punto il cappuccino Nitro e l’Uovo Caldo di Caffè.
Il 2008 vede la nascita di Coffee Lens, lenti al caffè firmate da un altro chef d’eccezione come Carlo Cracco e presentate da Lavazza al congresso internazionale Identità Golose di quell’anno. E poi ancora il Softartufo di Cappuccino nel 2009, l’Aria Gelata di Cappuccino e il Bacio al Caffè (con il mastro cioccolatiere Guido Gobino) nel 2010, Gelato e Granita Espresso nel 2011 (con Ferran Adrià).
Lavazza considera ancora oggi il caffè come prodotto di ispirazione per gli Chef: questo solido legame con il mondo dell’alta gastronomia ha portato a ulteriori collaborazioni con alcuni dei nomi attualmente più importanti della cucina italiana, tra cui Massimo Bottura, Davide Oldani e Antonino Cannavacciuolo. Questa unione ha dato vita a inedite forme di caffè e a tutta una serie di accessori per la degustazione del prodotto, dal cucchiaino forato e-spoon di Oldani del 2010 fino alla ricetta salata a base di caffè Vieni in Italia con me di Bottura, nel 2012.
Sempre di Bottura in collaborazione con Lavazza è la ricetta It’s just a dessert, una giocosa reinterpretazione del classico Tiramisù italiano presentata all’evento internazionale più esclusivo dedicato alla gastronomia, il “The World’s 50 Best Restaurant” di Londra, di cui Lavazza è partner. Anche in Italia Lavazza collabora con eventi importanti nell’ambito dell’alta gastronomia come, ad esempio, Identità Golose, di cui è main sponsor fin dalla prima edizione, ed è orgogliosa di avere tra i propri clienti chef del calibro di Giovanni Grasso, Maurilio Garola e Alessandro Boglione, dimostrando così una forte attenzione per la ristorazione italiana.
Eccellenza, tradizione, innovazione, esperienza… Lavazza porta l’aroma del caffè italiano nel mondo interpretando l’evoluzione del gusto e ricercando sempre nuovi modi di interpretare il caffè. E il Training Center, la struttura dell’azienda che persegue questa filosofia, sa cogliere sul nascere le nuove tendenze di consumo e prosegue di tappa in tappa il suo percorso di gusto eccellente.
LAVAZZA TRAINING CENTER
Parlare di educazione e formazione accostandosi al caffè può apparire in alcuni casi pretenzioso ed eccessivo. Ma non è così: 20 milioni di italiani infatti, ogni giorno, gustano una tazza di caffè, compiendo un vero e proprio rito. La prima regola di questo rituale è che il caffè sia buono, ossia, detto in termini più scientifici, mantenga inalterate le sue qualità organolettiche. La seconda, che il caffè sia preparato a regola d’arte e la terza che il consumatore sia in grado di apprezzarne appieno tutto il gusto e l’aroma.
È soprattutto nelle ultime due regole che entra in gioco direttamente il Training Center, che da oltre 30 anni si occupa di formazione e di educazione al gusto, divulgando la cultura del caffè. Formare i professionisti, sperimentare nuove formule e sensibilizzare i clienti finali a ricercare una qualità dell’espresso sempre più elevata sono gli obiettivi fondamentali. Partendo dalla sede di Torino, il Training Center si è sviluppato rapidamente prima in Europa e poi nel resto del mondo (Australia, Americhe, Estremo Oriente) fino a contare oggi oltre 50 strutture. Il Training Center, oltre alla Scuola dell’Espresso, comprende il Laboratorio Creativo destinato alla ricerca e allo sviluppo di nuovi prodotti a base di espresso e i relativi strumenti.
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